Care lettrici preparatevi perché ha inizio una maratona fuori stagione: la maratona delle recensioni dei libri d’estate! Siamo già a quota 4 (la mia voracità per la lettura aumenta proporzionalmente all’aumentare dell’abbronzatura sul mio corpo) perciò il mio obiettivo è fare 4 recensioni in 4 giorni: ce la posso fare.
Partiamo dal primo, un classico per chi segue il blog… una di quelle letture che non avrei potuto mancare ovvero il prosieguo della saga di “Cinquanta sfumature”.
Nonostante avessi già intravisto vari commenti molto negativi sul libro (non ultimo quello sul blog di Selvaggia Lucarelli), ho deciso di leggerlo comunque. Vi ricorderete infatti che la mia recensione di “Cinquanta sfumature di rosso” terminava con un lamento: l’autrice aveva piazzato alla fine del libro una manciata di pagine riguardanti i primi capitoli di “Cinquanta sfumature di grigio” raccontati da Christian invece che Ana, pagine che si erano rivelate l’unico spunto interessante dell’intera trilogia! Ah se avesse scritto tutti i libri a capitoli alternati, conservando questo gustoso andirivieni di prospettiva…
Ehi, ma… aspetta un secondo: è uscito “Grey”!!!
Quando è uscito il libro l’impressione era proprio quella che la mia “preghiera” fosse stata ascoltata (forse non l’avevo espressa solo io) e quindi la lettura era non solo un obbligo formale per completare il ciclo di recensioni sul blog, ma anche un obbligo morale: non farla sarebbe stato un affronto, un po’ come non ballare a centro pista la canzone che hai chiesto 2 ore prima al DJ e che finalmente se l’è ricordata.
Dunque dopo questa premessa in stile #giustificazioninehai, posso finalmente iniziare la recensione.
Leggere “Grey” è come rivedere un film già visto: per carità, a me piace tantissimo farlo, è proprio quando conosci già la storia che puoi goderti di più tutti gli aspetti del film senza stare a chiederti in continuazione “cosa succederà?”. Però se avessi proprio proprio proprio voluto rileggere “Cinquanta sfumature” avrei riletto direttamente “Cinquanta sfumature” senza spendere più di 18euro per un nuovo libro, no?
Mi spiego: il racconto filtrato dagli occhi di Christian avrebbe dovuto aggiungere qualcosa alla storia, non soltanto replicarla fedelmente, avremmo dovuto scoprire particolari in più, qualche retroscena, ma soprattutto avremmo voluto vedere il tutto veramente attraverso gli occhi di un uomo! E invece man mano che si va avanti questo Christian assomiglia sempre più ad Ana: cosa li differenzia? Dove troviamo il punto di vista maschile, quello che ci aspetteremmo essere anche più ruvido e greve e che allo stesso tempo potrebbe sorprenderci con sentimenti di cui non lo credevamo capace?
Ok, io lo so che certi uomini (forse tutti gli uomini) sono profondi come l’acqua del cesso, ma era proprio in quella profondità che volevamo immergerci (OMG che metafora sfortunata) per rivivere in maniera completamente inedita le sensazioni tutte femminili del primo libro.
Non sarebbe stato pericoloso addentrarcisi E. L. James, in fondo erano acque basse!
Il libro però purtroppo non va in questa direzione, sospetto che l’autrice abbia fatto anche dei copia incolla di alcune parti, tanto sono uguali. Comunque massimo rispetto per lei e il suo genial staff: devono essere laureati in “Come far spendere soldi alle persone per comprare un libro che già hanno ma non sanno di avere”. In sostanza “Grey” non è altro che un abile cambio di copertina di “Cinquanta sfumature”, che tristezza.
The LR advice: avete visto il film? Su non negatelo! Dunque visto che l’avete fatto, sappiate che leggerete “Grey” (perché so che nonostante la recensione lo leggerete) immaginando i protagonisti come gli attori del film, e questo è un gran peccato perché la sensualità di Jamie Dornan è pari a quella della bottiglia d’acqua Evian che malinconica mi guarda dal tavolo sciogliendosi al sole di agosto… manco quello ci resta!
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