12 novembre 2016

"Brava a letto" di Jennifer Weiner


Trovata su un vecchio scaffale, non mio, ma di una amica.
Nell'era in cui tutto è instant questo libro è datato ma soprattutto - come ho già detto nella mia pre-recensione vocale in ufficio - sconclusionato.
La mia amica non me ne voglia, ma davvero era impossibile vivere insieme a Cannie tutte queste avventure così inverosimili.

Il libro parte leggero, fin troppo, come una commedia romantica qualsiasi con una coppia in crisi e un atto altamente scenografico a rompere i giochi.
Poi diventa eccessivo e strampalato, ma come fare a spiegarlo senza fare una premessa?

Dunque, partiamo dall'assunto che Cannie sia una ragazza robusta, che non si piace, non è self confident e non si accetta. Nonostante questo è dotata di grande humour, che usa per attirare l'attenzione più che per schermarsi dal mondo e già questo è il primo segno distonico per una persona che si presuppone voglia scomparire dai radar altrui; in secondo luogo ha fatto numerose esperienze di letto, altrettanto strano per una donna che ha difficoltà persino a guardarsi allo specchio; e infine riesce in serie a diventare amica di una super star facendoci massaggiare nuda in SPA di fianco a lei e a sedurre un divo del cinema.

Un po' atipico come percorso per una donna che si rifiuta, no? Il titolo del libro prende le mosse da un articolo scritto dal suo ex ("Amare una donna abbondante") sulla rubrica "Brava a letto", in cui dispensa alle donne consigli maschili per fare centro col proprio uomo. In realtà l'articolo, per quanto poco lusinghiero nel titolo, è dolcissimo: l'ex fidanzato parla della protagonista in modo così intimo e toccante, dimostrando di averla conosciuta e capita fino in fondo, era lei che si rifiutava per il proprio aspetto, non lui.

Quindi dopo un incipit del genere (perché chi non ha mai sognato un uomo che ti capisca davvero?) la protagonista non può che rendersi odiosa e irriconoscente agli occhi dei lettori. E tutto il suo percorso di lì in poi diventa meno empatico e partecipato, anche quando rimane incinta e lui non ne vuole sapere del bambino, o quando la nuova fiamma dell'ex fidanzato la spintona facendole sbattere la pancia, ricorrere a un cesareo di urgenza e quasi perdere la figlia.
Niente, non si riesce a simpatizzare per questa ragazza... grassa? Abbondante? Chissà, non fa più differenza perché ormai quello che poteva essere un bel tema per il libro [come accettarsi anche quando non si rientra nei canoni] è stato spazzato via dalla sua irriconoscenza e dalla sua superbia.

C'è solo un momento in cui Cannie torna "umana", ed è quando si vuole perdere. 
Più o meno coscientemente Cannie cammina: non sa dove va, si dimentica di come vestirsi, di lavarsi, di parlare con le persone, di dormire e, alla fine, anche di mangiare.

Invidio queste storie di persone capaci di perdersi camminando, nella solitudine dei propri pensieri, alla ricerca di un percorso che non sanno quale sia, lontano dalle convenzioni e dai consigli altrui. 

Il cammino di Cannie per ritrovare se stessa mi ha colpita immensamente e mi ha dato la spinta finale per iniziare un altro libro, "Wild" di Cheryl Strayed, che leggo lentamente e con fatica in inglese, arrancando anche io passo dopo passo insieme a quelli della protagonista, e che porto in giro come un feticcio nella borsa per mille e un motivo.

Alla fine la storia di Cannie è, come quelle di tutte le donne che camminano, una storia di redenzione, di perdono e di ricerca. Di cosa? Di se stesse.

The LR advice: ci sono libri capaci di aprire la mente con ogni singola parola, e poi ci sono le singole parole affogate in centinaia di pagine di un libro che ti aprono la mente. Penso che questo sia il secondo caso. L'invito quindi non è tanto a leggere questo libro, quanto a trovare la propria singola parola capace di creare un'epifania ed aprire la mente a nuovi orizzonti, ampi, selvaggi, lontani.
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