12 novembre 2016

"Brava a letto" di Jennifer Weiner


Trovata su un vecchio scaffale, non mio, ma di una amica.
Nell'era in cui tutto è instant questo libro è datato ma soprattutto - come ho già detto nella mia pre-recensione vocale in ufficio - sconclusionato.
La mia amica non me ne voglia, ma davvero era impossibile vivere insieme a Cannie tutte queste avventure così inverosimili.

Il libro parte leggero, fin troppo, come una commedia romantica qualsiasi con una coppia in crisi e un atto altamente scenografico a rompere i giochi.
Poi diventa eccessivo e strampalato, ma come fare a spiegarlo senza fare una premessa?

Dunque, partiamo dall'assunto che Cannie sia una ragazza robusta, che non si piace, non è self confident e non si accetta. Nonostante questo è dotata di grande humour, che usa per attirare l'attenzione più che per schermarsi dal mondo e già questo è il primo segno distonico per una persona che si presuppone voglia scomparire dai radar altrui; in secondo luogo ha fatto numerose esperienze di letto, altrettanto strano per una donna che ha difficoltà persino a guardarsi allo specchio; e infine riesce in serie a diventare amica di una super star facendoci massaggiare nuda in SPA di fianco a lei e a sedurre un divo del cinema.

Un po' atipico come percorso per una donna che si rifiuta, no? Il titolo del libro prende le mosse da un articolo scritto dal suo ex ("Amare una donna abbondante") sulla rubrica "Brava a letto", in cui dispensa alle donne consigli maschili per fare centro col proprio uomo. In realtà l'articolo, per quanto poco lusinghiero nel titolo, è dolcissimo: l'ex fidanzato parla della protagonista in modo così intimo e toccante, dimostrando di averla conosciuta e capita fino in fondo, era lei che si rifiutava per il proprio aspetto, non lui.

Quindi dopo un incipit del genere (perché chi non ha mai sognato un uomo che ti capisca davvero?) la protagonista non può che rendersi odiosa e irriconoscente agli occhi dei lettori. E tutto il suo percorso di lì in poi diventa meno empatico e partecipato, anche quando rimane incinta e lui non ne vuole sapere del bambino, o quando la nuova fiamma dell'ex fidanzato la spintona facendole sbattere la pancia, ricorrere a un cesareo di urgenza e quasi perdere la figlia.
Niente, non si riesce a simpatizzare per questa ragazza... grassa? Abbondante? Chissà, non fa più differenza perché ormai quello che poteva essere un bel tema per il libro [come accettarsi anche quando non si rientra nei canoni] è stato spazzato via dalla sua irriconoscenza e dalla sua superbia.

C'è solo un momento in cui Cannie torna "umana", ed è quando si vuole perdere. 
Più o meno coscientemente Cannie cammina: non sa dove va, si dimentica di come vestirsi, di lavarsi, di parlare con le persone, di dormire e, alla fine, anche di mangiare.

Invidio queste storie di persone capaci di perdersi camminando, nella solitudine dei propri pensieri, alla ricerca di un percorso che non sanno quale sia, lontano dalle convenzioni e dai consigli altrui. 

Il cammino di Cannie per ritrovare se stessa mi ha colpita immensamente e mi ha dato la spinta finale per iniziare un altro libro, "Wild" di Cheryl Strayed, che leggo lentamente e con fatica in inglese, arrancando anche io passo dopo passo insieme a quelli della protagonista, e che porto in giro come un feticcio nella borsa per mille e un motivo.

Alla fine la storia di Cannie è, come quelle di tutte le donne che camminano, una storia di redenzione, di perdono e di ricerca. Di cosa? Di se stesse.

The LR advice: ci sono libri capaci di aprire la mente con ogni singola parola, e poi ci sono le singole parole affogate in centinaia di pagine di un libro che ti aprono la mente. Penso che questo sia il secondo caso. L'invito quindi non è tanto a leggere questo libro, quanto a trovare la propria singola parola capace di creare un'epifania ed aprire la mente a nuovi orizzonti, ampi, selvaggi, lontani.

18 settembre 2016

"Quell'estate da Tiffany" di Karen Swan


E dopo un libro impegnato come Lipstick Jungle eccomi ricadere in un classicone, facile facile, il mio personale ritorno a Oz - inteso come la Tiffany saga.
D'altra parte i sequel sono il mio pane perciò mi sono butta a capofitto nel capitolo 2 di "Un diamante da Tiffany" che  - nota per coloro che non se lo ricordassero - tra tutti i "Tiffany" è quello con Cassie che passa 1 anno in giro tra NY, Parigi e Londra per ritrovare se stessa, aiutata dalle amiche Kelly, Anouk e Suzy, e alla fine oltre a ritrovarsi trova anche l'amore con Henry.

E quindi eccoci qui, un anno dopo: Cassie ed Henry stanno insieme, vivono a Londra e lui insiste per sposarsi. Lei nicchia, nel senso che è arrivata a 30 anni dopo 10 anni di matrimonio infelice, sta imparando solo adesso a scoprirsi, a farsi conoscere e farsi valere, a capire quello che le piace fare e, per quanto sia innamorata di Henry, non ha nessunissima voglia di nuovi legami, non crede nella coppia e vuole andarci coi piedi di piombo.

Comprensibile, no? 
Comprensibile il suo oscillare nell'indecisione così come il suo cadere nelle trappole dell'ex che cerca di conquistarla facendole riprovare l'ebrezza dei mesi di "stupidera" a NY. Comprensibile il suo atteggiamento volubile, comprensibili le sue paure, comprensibile anche il suo capitolare alla fine acconsentendo di sposare Henry pur di non perderlo. 
E' talmente tanto vero questo personaggio che il libro sembra un saggio di psicologia invece che uno dei miei romanzi facili, veloci e deliziosamente superficiali.

Il gusto realistico dato da questo personaggio fa dimenticare (o perlomeno guardare con indulgenza) anche il corollario della trama, che peggio di così non poteva essere.
Il fatto che il libro sia ambientato a Londra porta Suzy ad avere un ruolo da co-protagonista, e lei era decisamente la meno interessante delle 3 amiche: bacchettona, vecchia dentro (tanto che non me la immaginavo come coetanea di Cassie), provincialotta... ridateci Kelly e Anouk!!!! Niente brio, niente scintillio, niente grinta New Yorkese in questo libro; e altrettanto niente misteri, niente seduzione, niente charme Parigino. Che peccato.

E anche Henry, poverino, da amante appassionato e abile orchestratore di sorprese per Cassie, diventa un cucciolo smarrito bisognoso di affetto e sicurezze. 

In questo libro sembra che i protagonisti smettano di "fare l'amore" e inizino a "farsi le coccole" che per carità, è una cosa stupenda e dolcissima, ma è proprio questo il destino delle coppie? Non c'è proprio speranza di poter alimentare la passione ogni giorno? Di continuare a cercarsi e volersi, senza cadere l'uno preda della propria voglia di avventura oltremare, l'altra preda degli occhi azzurri di un altro uomo?

Come sempre mi accorgo che dietro a questi libri ci sono tanti significati, basta fermarsi a ragionarci un po'. D'altra parte se un libro parla di sentimenti non potrà mai essere piatto, e per quanto si concluda spesso nella "favola", avrà sempre attinto alla vita reale che certamente una favola non è.

The LR advice: sicuramente merita la lettura, naturalmente concentrandosi sul personaggio di Cassie e perdonando le altre scivolate. Non penso faranno un terzo capitolo, effettivamente la storia si esaurisce qui, quindi potrebbe essere la vostra ultima occasione per salutare queste divertentissime protagoniste che ci hanno tenuto compagnia con uno dei migliori libri della Tiffany Saga. (Ah, per inciso, ovviamente Tiffany in questo libro non c'entra una mazza... ma già lo sapevate!!)

6 luglio 2016

"Lipstick jungle" di Candace Bushnell


È successo qualche tempo fa, precisamente dopo "Golden girl", che ho deciso di leggere altri libri di Candace che - tanto per citare me stessa - è "la geniale creatrice di Sex and The City".
È successo perché volevo vedere se qualcosa al di fuori del mondo delle "Ragazze" funzionava davvero. Per verificarlo sono andata a mettere le mani nel passato remoto: signore e signori, benvenuti negli anni '90!... 

Anni '90??? Ah, non sono gli anni '90? Ops... beh... signore e signori, benvenuti nel 2005!!!

Il 2005... cosa succedeva nel 2005? Nel 2005 facevo la maturità, partivo per la mia prima vacanza da sola,  fumavo per la prima (e quasi ultima) volta. Ma quanto sembra lontano quel passato? Talmente lontano che nel libro sembra di essere ancora più indietro, in un mondo senza email, senza smartphone, senza Whatsapp.
Quante cose diverse ci saranno state...

Volete la verità?
Neanche poi così tante.

La cosa che più di tutte è rimasta uguale a se stessa è la storia di emancipazione e di ricerca di  uguaglianza che hanno fatto, stanno tuttora facendo e continueranno a fare le donne.

Quale tema più attuale oggi come oggi della GENDER EQUALITY?

Sono appena tornata da un  luogo affascinante in cui convergono tutte le tendenze sociali che sfociano nella comunicazione. È un luogo un po' magico, in cui alcuni temi sembrano frutto di preveggenza perché immancabilmente quello che viene detto lì poi tutto d'un tratto, puff, si avvera.
Quest'anno si è parlato tanto di uguaglianza di generi, un tema che alle donne stesse spesso dà fastidio trattare, perché ci fa sentire un po' come dei panda che vanno protetti dall'estinzione. Ma se avrete la pazienza di ascoltarmi, evocherò solo alcuni di questi e scoprirete che, se vi fermerete un attimo a pensarci, almeno uno tocca anche voi.

Lavorare tanto quanto un uomo e sapere di guadagnare di meno, valere tanto quanto un uomo ma non poter arrivare a ricoprire posizioni direttive: pretendere un equal payback
Camminare per strada in pieno giorno, arrivare a un incrocio e fermarsi al rosso, abbassare lo sguardo per dare l'impressione di ignorare i commenti degli uomini alla guida di macchine che rallentano solo per squadrarti. Non vergognarsi della propria femminilità.
E poi ancora, donne maltrattate, donne abusate, spose bambine, assenza di accesso all'istruzione...

Ecco, senza arrivare a temi così scioccanti come questi ultimi, io credo davvero che libri come questo e che autrici come questa abbiano contribuito a lastricare la strada della Gender Equality e a rendere il percorso un po' più accettabile per tutte le donne a venire.
Negli anni è stato fatto tanto, dall'accesso al lavoro, alla rivoluzione sessuale, fino alla libertà di fare carriera, guadagnare e mantenersi senza bisogno di un uomo.

In "Lipstick Jungle" Candace estremizza questi argomenti tramite 3 protagoniste che diventano "uomini" così come li abbiamo sempre conosciuti.
C'è Wendy che lascia a casa il marito a badare ai bambini, che ne mantiene i vizi costosi, che divorzia e gli paga gli alimenti, che va in causa per l'affidamento di bambini che preferiscono il papà a una mamma che non c'è mai.
C'è Nico che trova il piacere tra le gambe di un uomo, un modello stupido ma bellissimo, che usa come un vibratore vivente e poi getta via, per tornare alla rassicurante ed ignara vita matrimoniale di sempre.
E poi c'è Victory che degli uomini proprio non ne ha bisogno, che non cerca legami ma solo se stessa, che non si sposa, non fa figli, ma ha successo, quel successo dato dalla soddisfazione personale ancora prima che dai soldi.

I soldi... ah di quelli ce ne sono davvero tanti!!! Altrimenti che estremizzazione sarebbe? Se devono essere "uomini" le nostre protagoniste dovranno averne tanti, tutti quelli che di solito fanno fare regali da girare la testa, fanno viaggiare in macchine costose, fanno versare fiumi di champagne nelle vasche da bagno.
I soldi di Christian Grey, di Mr. Big, di Edward Lewis. I soldi dei protagonisti: peccato che stavolta siano donne.

Vi dò un consiglio: ogni scena in questo libro è stata ragionata per far sì che funzionasse anche cambiando i nomi delle protagoniste in William, Nick e Victor. Provateci, provate ad aprire il libro a qualsiasi pagina e fate finta che i discorsi siano rovesciati: io l'ho fatto, a pagina 352 quando Wendy lascia Shane nella stalla, a pagina 412 quando Victory si lamenta di quando sia diventato appiccicoso Lyne, a pagina 168 quando Nico si compiace di essere padrona della propria vita sessuale.
Fate questo gioco anche voi, credetemi, funziona davvero.

The LR Advice: allora come è stato leggere questo post così femminista in cui ho racchiuso i pensieri più femministi che io abbia mai nemmeno formulato? Per me è stato liberatorio, ed è solo mentre lo scrivevo che ho davvero capito cosa volesse dire il titolo del libro. All'inizio pensavo che la Giungla di rossetti fosse inquietante, una sorta di guerra tra donne per la supremazia l'una sull'altra. Invece di guerra non ce n'è nemmeno l'ombra, anzi, le donne si danno sostegno l'un l'altra in questo libro: la giungla di rossetti è un monito, ma per gli uomini.
Arriveremo noi donne, in parte siamo già arrivate, ma ancora ne arriveranno, e renderemo le realtà maschiliste luoghi in cui sarà molto più difficile muoversi e districarsi, sperando che in questa giungla si perdano tutti i bad habits che non ci vedono ancora uguali. 
Buona lettura!

17 aprile 2016

"Amore illegale" di Emma Chase


Questo libro aveva come minimo 3 problemi evidenti dalla copertina che avrebbero potuto trattenermi dal comprarlo:

  1. il titolo terrificante che lo fa sembrare una di quelle telenovelas che guardava mia nonna negli anni '80
  2. quel fiocco che ancora non ho capito cosa mi stia a significare
  3. ultimo ma non ultimo, il bollino "Sexy lawyers series" per la serie che o-mio-dio alla cassa mi prendono per una che legge roba porno
Il punto è che Emma Chase, ormai è chiaro, si è infilata nel genere della letteratura erotica. Questo vuol dire che, anche se le scene di sesso descritte nel libro saranno massimo 5 o 6, la strada è segnata.
Ciò non toglie che il libro sia gradevolissimo, alla faccia dei 3 problemi di cui sopra!!!

La trama ha del folle: nonostante lui sia chiaramente innamorato di una collega (con cui ha un'ottima intesa a letto, by the way), si incaponisce nel tentativo di riconquistare l'ex fidanzata presunto "amore della sua vita". Sostanzialmente si convince che quello che ha con la (ex)fidanzata "regolare" sia meglio di quello che potrebbe avere con l'altra, con cui c'è un feeling pazzesco sia di testa che di fisico (!)

Passiamo ad alto, ovvero al fatto che nonostante il libro oscilli tra il folle e lo scontato, i personaggi sono davvero interessanti. E sapete perché? Perché lui, Stanton, il protagonista, è della "scuola di Drew Evans"!!! E non voglio dire solo che erano compagni di scuola, come effettivamente si scopre, ma soprattutto che il fantastico Drew ha plasmato la psicologia di questo ragazzo di campagna facendogli fare esperienze al limite, scelte ardite, e facendogli adottare comportamenti da vero cattivo ragazzo.
Ne è saltata fuori una versione altrettanto bella, ma un po' più grezza, di Drew. Praticamente un gemello diverso, un altro modo per assaporare Drew.

Ehi, io sto dando per scontato che tutte sappiate chi è Drew!! Non lo sapete? Beh allora ve lo presento qui, qui e qui... 
Ma non possiamo attardarci a parlare di Drew, nonostante sia sempre un soggetto per così dire... piacevole... dobbiamo concentrarci su Stanton e Sofia.
Ecco Sofia nel corso del libro subisce una vera e propria involuzione: prima è una donna forte e indipendente (e anche discretamente sexy) e poi perde la testa per sto qui e si fa azzerbinare a manetta. Ma noi donne a volte siamo così -Sofia, hai tutta la mia comprensione - perdiamo la testa per gli uomini intelligenti, sexy, che ci stimolano intellettualmente e arriviamo a fare di tutto, persino andare contro ai nostri stessi principi.

Un'altra bella accoppiata di super eroi, questi protagonisti, che ne dite? Un po' mi spiace (ma allo stesso tempo il mio desiderio per il lieto fine ne gode) che i due si siano già innamorati, dichiarati e fidanzati. Non toglie un po' di pepe alla situazione? Non sarebbe stato più bello se si fossero cercati un altro po'? Cosa succederà nei prossimi libri? Non si metteranno anche loro a sposarsi e figliare come Drew e Kate, spero!! Perché Drew, lui sì, ha saputo rimanere se stesso nonostante le traversie familiari; Stanton sarà in grado di fare altrettanto? 
Mi sa che, nonostante copertina, bollino e titolo, vorrò scoprirlo ed io, Stanton e Sofia ci faremo compagnia ancora per un po'!!!

The LR advice: si vede quando un libro funziona perché quando lo recensisci parli dei suoi personaggi chiamandoli per nome, perché hanno assunto un'identità nella tua testa, ormai hanno un ruolo, danno voce a qualcosa di tuo, qualche lato del tuo carattere grazie al quale ti puoi immedesimare in loro almeno un po'. Devo dire che ha proprio funzionato perché io Stanton e Sofia stasera andiamo a prendere l'aperitivo, vi unite a noi? ;)

 

20 marzo 2016

"Dimmi di sì" e "Tu mi cercherai" di Emma Chase


Dopo più di un anno ci sono ricascata. Le saghe esercitano un fascino irresistibile su di me, credo davvero di non essermene persa una, né tra i libri né tantomeno tra i film.
Quindi, ancora una volta, mi sono arresa alla Tangled Trilogy.

Di "trilogy" sinceramente non so bene cos'abbia, visto che ormai siamo arrivati a quota 5 libri. Ah giusto... per chi non lo sapesse, questa è la saga più difficile del mondo da ricordare, per via dei maledetti titoli scelti dalla casa editrice.
Per semplificare, inizierò la recensione con qualcosa che la farà sembrare più una mail di lavoro che un blog... un ELENCO PUNTATO!!!

  • Non cercarmi mai più: era l'inizio della storia tra Drew a Kate. Narrato dal punto di vista irriverente e mascolino di Drew, era quello che avevo definito troppo simile a "Finchè amore non ci separi", ricordate?
  • Io ti cercherò: è uno spin-off che parla della storia d'amore tra Delores e Mattew, rispettivamente i due migliori amici dei protagonisti. Raccontato per bocca di lui, ti fa un po' rimpiangere il linguaggio crudo e sboccato di Drew, insostituibile!
  • Dimmi di sì: è una novella che viene prima degli altri due libri, mannaggia non lo sapevo e l'ho letta praticamente alla fine. Il nostro Drew racconta come procede la storia con Kate e per fortuna non perde la propria identità, senza rincretinirsi come vorrebbe lo stereotipo del protagonista innamorato.
  • Cercami ancora: è il momento della crisi, quel punto della storia che si fa perché si deve, il banco di prova che cementa il rapporto tra i due. Il problema è che, oltre a essere una crisi telefonatissima, viene raccontata dal punto di vista di Kate, quindi addio al brio e all'ironia della parlata di Drew. Se volete rinfrescarvi la memoria, ecco la recensione che ne avevo fatto, impietosa.
  • Tu mio cercherai: dopo la crisi, il lieto fine: il matrimonio, per fortuna raccontato nuovamente con la sagacia e la lucidità di Drew. E ovviamente, non poteva andare tutto bene neanche qui no?

Ed ecco come si snoda la saga (ve l'avevo detto che non era mica più una trilogia) ed ogni volta che la racconto mi rendo conto di essere molto meno indulgente con lei di quanto si meriterebbe!! Anche rileggendo le mie recensioni precedenti, mi sono accorta di aver commentato con intransigenza i passaggi della storia troppo scontati, le voci narranti non abbastanza centrate, quando invece il piacere di leggere questi libri è stato molto molto più ampio di così!

Il bello delle saghe è che ti accompagnano a lungo, ti conducono in un mondo parallelo di ampio respiro, senza la paura che tutto il piacere svanisca nel giro di pochi giorni di lettura. Sono fedeli le saghe, educate, si invitano a casa e ti portano fiori e una bottiglia di vino perché sanno che resteranno per un po'. 

Ma non è solo l'aspetto della compagnia quello che mi è piaciuto di questa non-trilogia: è anche la scelta narrativa innovativa, a cui non ho reso abbastanza giustizia nella prima recensione, di affidare punto di vista e parola a Drew, un personaggio inedito e gustoso!
Drew è il vero protagonista dei libri, Kate è solo un accessorio, e riportare tutta l'attenzione tramite un gigantesco occhio di bue sull'uomo e il suo ego smisurato è davvero una rarità per libri di questo genere. Di solito siamo noi donne che ci vogliamo immedesimare nelle protagoniste, assolute eroine delle storie, che ci segniamo le frasi a mo' di citazioni da spenderci nel corso di una conversazione tra amiche; vedere invece una storia tutta raccontata dal punto di vista dell'uomo (e che personaggio!!) è un'esperienza di lettura davvero interessante.

Non dico che non ci siano stati altri 1000 libri rivolti a un target femminile ma raccontati dal punto di vista maschile, ma è la qualità del personaggio a rendere eccezionale questa scelta.
Lui è un vero str***o, un bastardo al 100%, un uomo che non ha paura di essere uomo, che ha tutto e che te lo fa pesare, quello sbagliato sentimentalmente parlando, ma giustissimo se si considera l'intelligenza, la sagacia, il senso del dovere, la competenza professionale, l'amore per la famiglia. Non so se sia l'uomo che tutte vorrebbero (o che vorrebbero solo per una notte) ma è quel tipo di protagonista bilanciato che non si trova spesso nei libri, i quali facilmente ricadono nello stereotipo.

Che dire del resto? Tutto è contorno attorno a questo carismatico personaggio. 
Kate, indecisa se essere dominata o dominante (non nell'intimità, se no staremmo parlando di Cinquanta sfumature di grigio e avremmo anche già potuto chiudere qui la recensione), ma mentalmente e nell'equilibrio del rapporto. Una donna abituata a comandare sul lavoro, una donna forte e indipendente, che con lui perde la testa e si lascia trascinare in una felice follia che solo certe storie sanno far provare.
Gli amici sono tutte facce di diversi tipi di rapporti umani: la coppia sposata che si deve ritrovare, la neo-coppia che costruisce una famiglia, la single alla ricerca di avventure... non importa veramente chi siano e come si chiamino, è importante come si rapportano con Drew che, anche in questo caso, prende il centro del palco e non lo molla più... per fortuna!

The LR advice: finalmente mi sento in pace con la coscienza, certa di aver reso un servigio decente a questa bella saga. So che approcciarsi a 5 libri è un po' più difficile di quando ne descrivo uno solo, ma se voleste fidarvi e lanciarvi nella scoperta dei meandri della mente di Drew sono certa che non ne rimarreste deluse!!

17 gennaio 2016

"Golden Girl" di Candace Bushnell


Partiamo dalle basi: per chi non lo sapesse, Candace Bushnell è la geniale creatrice di Sex and The City, quindi praticamente la creatrice della pietra miliare del genere romantico a cavallo fra gli anni '90 e gli anni '00, del termine di paragone di tutte le storie d'amore e d'amicizia che ci sono state, ci sono e ci saranno.
Non so se ho reso l'idea dell'immensità di questa autrice!

"Golden Girl" è uno dei tentativi di dire "Ehi, non ricordatemi solo per Sex and The City, so scrivere anche di tante altre cose!!": l'impresa è quantomai difficile, no? E' come per la divina J. K. Rowling, per quanto sia una scrittrice eccellente e un'abile tessitrice di trame narrative, sarà sempre Harry Potter quello per cui la gente la fermerà per strada alla ricerca di autografi.

E "Golden Girl" è proprio questo, un meta-libro, un libro nel libro in cui la protagonista fa la scrittrice e vuole disperatamente liberarsi del peso del suo personaggio più famoso, la creazione che l'ha portata al successo, la sua "Carrie".. che in questo caso si chiama "Monica".
Detta così -che è un po' come viene descritta in quarta di copertina- la trama sembrerebbe semplice ma... ehi, stiamo parlando di Candace! Preparatevi a qualcosa tutt'altro che scontato! 

Iniziamo dalla/e protagonista/e: si tratta dell'autrice che ho qui sopra nominato, tale Pandy, un'estrosa scrittrice il cui carattere è talmente volubile, frivolo, eccentrico che si fa fatica ad inquadrarla nel classico stereotipo della scrittrice di libri (e si fa fatica anche ad immaginarla e a darle un volto); e un'attrice, tale SondraBeth, una ex-modella bellissima e contorta arrivata alle luci della ribalta grazie al ruolo di protagonista dei film ispirati a "Monica", talmente particolare che anche lei si fa fatica ad inquadrarla nel classico stereotipo da starlette hollywoodiana.

Ed eccolo qui, condensato in 5 righe uno dei problemi maggiori del libro: la difficoltà dei personaggi, la loro complessità che rende impossibile afferrarne i tratti, prevederne le mosse. Non si sta parlando di profondità psicologica, ma di eccentricità a un livello tale da renderli quasi del tutto inverosimili. 

Il secondo problema del libro è un mix di lunghezza e di densità: il libro non è eccessivamente lungo in termini di pagine, ma in ogni singola pagina sono condensati una quantità di avvenimenti da perderne il conto. Immaginatevi di vedere Il Signore degli Anelli 1-2-3 tutti in 2 ore e mezza, c'è da impazzire. Quindi si fa un po' fatica a stare dietro al turbinio di avvenimenti, alcuni anche davvero incredibili, che capitano a queste due protagoniste.

Da queste due pecche del libro sembrerebbe che non mi sia piaciuto, ma invece devo dire che la lettura é stata particolarmente accattivante: l'intensità del libro e la difficoltà ad inquadrare le protagoniste sono proprio i due elementi che fanno venir voglia di continuare a leggere e di "capirci qualcosa".
Certo, al termine della lettura molti dubbi rimangono ed il paragone con la linearità, il realismo e il fascino delle protagoniste di Sex and The City é inevitabile. Il punto é che come Pandy non riesce a liberarsi di Monica, molto probabilmente Candace non riuscirà mai a liberarsi delle "Ragazze" ed i tentativi di andare verso storie diverse la porteranno su territori che dovranno per forza essere fuori dai canoni per potersi definire davvero inesplorati.

The LR advice: non voglio fermarmi qui con Candace, ma anzi questo libro difficile ed eccentrico mi ha incuriosita e fatto venir voglia di leggere anche "Lipstick Jungle" che ha dato il via all'omonima serie. É questa comunque la magia delle grandi scrittrici, di coloro che sanno inventare storie: che ti convincano al 100% o no, non vorresti mai smettere di leggere!

10 gennaio 2016

"Sei bella come sei" di Clio Zammatteo


Favola o realtà? Ero arrivata circa a metà libro quando ho iniziato a chiedermi se questa fosse la vera storia di Clio e del suo approdo a New York o no. Ho consultato il blog e riletto con attenzione il post di presentazione del libro e no, non è la vera vera vera storia di Clio, naturalmente è un po' romanzata... peccato!
Clio è così adorabile che vorresti che la sua storia fosse come quella di una principessa, di un film hollywoodiano, di una fiaba a lieto fine. Probabilmente non è stato così: il suo arrivo a NY sarà stato per davvero costellato di difficoltà, pianti, colpi di testa, sfide, novità e vedendo la sua storia da fuori in molti avranno potuto non sapere come sarebbe andata a finire. 
Ma il libro è tutt'altra cosa!! Pur tra le stesse difficoltà, pianti, colpi di testa, sfide e novità, mentre lo si legge si ha l'insondabile e immancabile certezza che alla fine andrà tutto bene, che tutto si risolverà per il meglio, che trionferanno l'amore, il successo, la felicità.

Hai fatto bene Clio a romanzare un po' la tua avventura, era proprio quello che volevamo leggere noi che ti seguiamo da sempre, noi che veramente ti vediamo come una di famiglia e ti auguriamo ogni bene!
Ti ho scoperta tanti anni fa, quando di video ne avevi fatti si e no 10 e mi sono innamorata della tua bravura, dei tuoi occhi verdi, della tua parlata veneta che mi ricorda tanto quella delle mie parti. La tua storia non sarà magari stata sempre una favola, ma è così che la vediamo noi :)

E così, a cavallo tra leggerezza, sogno e realtà, il primo romanzo di Clio è dolce come una carezza nella sua leggerezza, freschezza e -sì, ok- anche nella sua semplicità.
Ma io non denigro la semplicità, anzi! La cerco, "la venero, e se non la venero non la celebro!" (chissà chi capirà questa citazione!!!).

Uscivo proprio poche ore prima dalla lettura di un altro libro che, per mille e un motivo e con mio grandissimo rammarico, ho detestato talmente tanto che ho deciso di non recensire nemmeno, e "Sei bella come sei" è stata proprio una boccata d'ossigeno!

Tante volte Clio nel suo blog ci ha tenuto a precisare che è stato solo grazie agli anni, all'amore di Claudio, all'apprezzamento delle sue fan che lei stessa ha iniziato ad amarsi e ad acquisire fiducia nelle proprie capacità: posso immaginare una Clio degli inizi, impacciata, spaventata e anche un po' confusa... ma la protagonista del libro ha anche un bel caratterino! Hey Clio, qui sì che ti riconosco, non saresti arrivata dove sei ora se non avessi avuto un pizzico di grinta e tanto coraggio!

Ma torniamo al libro: al fianco di Clio si erge mitica la figura di Claudio (che nella realtà come tutti sapete è suo marito e il suo "BIG"... altra citazione, ma visto che siamo a NY come potevo esimermi?). E' proprio il suo grande amore ed è bellissimo come lei lo abbia fatto diventare co-protagonista della propria storia! Ora, non sapendo quanto ci sia di vero e quanto di romanzato, è davvero encomiabile che lei abbia scelto di dividere la scena del romanzo con colui che, in effetti, ha diviso con lei la scena della propria vita.

Come già avevo detto recensendo il romanzo di Selvaggia Lucarelli, "Quanto coraggio quello di una blogger, esporre la propria vita così tanto che poi sembra che gli altri ti conoscano": beh in realtà il bello è che Clio, noi che la amiamo, un po' possiamo dire di conoscerla, ed è per questo che apprezzo così tanto il suo sforzo di mettere in libro una vita che già sapeva di romanzo!

Dopo questo accorato susseguirsi di complimenti però una pecca dovevo pur trovarla. A dire il vero non mi devo sforzare, è lì, lampante agli occhi di tutti. Per quanto il make up sia parte importantissima della vita di Clio, nel libro risulta il grande assente. Non una descrizione precisa di una lezione, di un compito, di un esame... la domanda è se questa assenza sia voluta, magari per far diventare il make up il co-protagonista del prossimo romanzo!!!

In ogni caso, pecca a parte, è davvero un bel romanzo Clio, complimenti!

The LR advice: le mie lettrici mi scuseranno per questa "lettera aperta" a Clio, ma potete capire che era un'occasione irripetibile!! Condenso in queste poche ultime righe il mio giudizio positivo sul libro, una fiaba moderna arricchita da un "vedo non vedo", una realtà non realtà che vi lascerà sempre a chiedervi "ma questo è successo per davvero?". Da leggere!
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