È successo qualche tempo fa, precisamente dopo "Golden girl", che ho deciso di leggere altri libri di Candace che - tanto per citare me stessa - è "la geniale creatrice di Sex and The City".
È successo perché volevo vedere se qualcosa al di fuori del mondo delle "Ragazze" funzionava davvero. Per verificarlo sono andata a mettere le mani nel passato remoto: signore e signori, benvenuti negli anni '90!...
Anni '90??? Ah, non sono gli anni '90? Ops... beh... signore e signori, benvenuti nel 2005!!!
Il 2005... cosa succedeva nel 2005? Nel 2005 facevo la maturità, partivo per la mia prima vacanza da sola, fumavo per la prima (e quasi ultima) volta. Ma quanto sembra lontano quel passato? Talmente lontano che nel libro sembra di essere ancora più indietro, in un mondo senza email, senza smartphone, senza Whatsapp.
Quante cose diverse ci saranno state...
Volete la verità?
Neanche poi così tante.
La cosa che più di tutte è rimasta uguale a se stessa è la storia di emancipazione e di ricerca di uguaglianza che hanno fatto, stanno tuttora facendo e continueranno a fare le donne.
Quale tema più attuale oggi come oggi della GENDER EQUALITY?
Sono appena tornata da un luogo affascinante in cui convergono tutte le tendenze sociali che sfociano nella comunicazione. È un luogo un po' magico, in cui alcuni temi sembrano frutto di preveggenza perché immancabilmente quello che viene detto lì poi tutto d'un tratto, puff, si avvera.
Quest'anno si è parlato tanto di uguaglianza di generi, un tema che alle donne stesse spesso dà fastidio trattare, perché ci fa sentire un po' come dei panda che vanno protetti dall'estinzione. Ma se avrete la pazienza di ascoltarmi, evocherò solo alcuni di questi e scoprirete che, se vi fermerete un attimo a pensarci, almeno uno tocca anche voi.
Lavorare tanto quanto un uomo e sapere di guadagnare di meno, valere tanto quanto un uomo ma non poter arrivare a ricoprire posizioni direttive: pretendere un equal payback.
Camminare per strada in pieno giorno, arrivare a un incrocio e fermarsi al rosso, abbassare lo sguardo per dare l'impressione di ignorare i commenti degli uomini alla guida di macchine che rallentano solo per squadrarti. Non vergognarsi della propria femminilità.
E poi ancora, donne maltrattate, donne abusate, spose bambine, assenza di accesso all'istruzione...
Ecco, senza arrivare a temi così scioccanti come questi ultimi, io credo davvero che libri come questo e che autrici come questa abbiano contribuito a lastricare la strada della Gender Equality e a rendere il percorso un po' più accettabile per tutte le donne a venire.
Negli anni è stato fatto tanto, dall'accesso al lavoro, alla rivoluzione sessuale, fino alla libertà di fare carriera, guadagnare e mantenersi senza bisogno di un uomo.
In "Lipstick Jungle" Candace estremizza questi argomenti tramite 3 protagoniste che diventano "uomini" così come li abbiamo sempre conosciuti.
C'è Wendy che lascia a casa il marito a badare ai bambini, che ne mantiene i vizi costosi, che divorzia e gli paga gli alimenti, che va in causa per l'affidamento di bambini che preferiscono il papà a una mamma che non c'è mai.
C'è Nico che trova il piacere tra le gambe di un uomo, un modello stupido ma bellissimo, che usa come un vibratore vivente e poi getta via, per tornare alla rassicurante ed ignara vita matrimoniale di sempre.
E poi c'è Victory che degli uomini proprio non ne ha bisogno, che non cerca legami ma solo se stessa, che non si sposa, non fa figli, ma ha successo, quel successo dato dalla soddisfazione personale ancora prima che dai soldi.
I soldi... ah di quelli ce ne sono davvero tanti!!! Altrimenti che estremizzazione sarebbe? Se devono essere "uomini" le nostre protagoniste dovranno averne tanti, tutti quelli che di solito fanno fare regali da girare la testa, fanno viaggiare in macchine costose, fanno versare fiumi di champagne nelle vasche da bagno.
I soldi di Christian Grey, di Mr. Big, di Edward Lewis. I soldi dei protagonisti: peccato che stavolta siano donne.
Vi dò un consiglio: ogni scena in questo libro è stata ragionata per far sì che funzionasse anche cambiando i nomi delle protagoniste in William, Nick e Victor. Provateci, provate ad aprire il libro a qualsiasi pagina e fate finta che i discorsi siano rovesciati: io l'ho fatto, a pagina 352 quando Wendy lascia Shane nella stalla, a pagina 412 quando Victory si lamenta di quando sia diventato appiccicoso Lyne, a pagina 168 quando Nico si compiace di essere padrona della propria vita sessuale.
Fate questo gioco anche voi, credetemi, funziona davvero.
The LR Advice: allora come è stato leggere questo post così femminista in cui ho racchiuso i pensieri più femministi che io abbia mai nemmeno formulato? Per me è stato liberatorio, ed è solo mentre lo scrivevo che ho davvero capito cosa volesse dire il titolo del libro. All'inizio pensavo che la Giungla di rossetti fosse inquietante, una sorta di guerra tra donne per la supremazia l'una sull'altra. Invece di guerra non ce n'è nemmeno l'ombra, anzi, le donne si danno sostegno l'un l'altra in questo libro: la giungla di rossetti è un monito, ma per gli uomini.
Arriveremo noi donne, in parte siamo già arrivate, ma ancora ne arriveranno, e renderemo le realtà maschiliste luoghi in cui sarà molto più difficile muoversi e districarsi, sperando che in questa giungla si perdano tutti i bad habits che non ci vedono ancora uguali.
Buona lettura!
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