«Benvenute! Oggi
parliamo di “Amori impossibili e fragole con panna” di Cynthia Ellingsen,
ovvero “Come scrivere il libro più brutto del mondo, farla franca e vivere felici”. Abbiamo
qui con noi l’autrice, Cynthia Ellingsen che ci concederà qualche minuto del
suo per nulla prezioso tempo per rispondere a qualche domanda.
Allora Cynthia,
come ti senti ad aver dato vita a uno dei più noiosi, sorprendentemente banali,
artefatti e surreali libri che la storia della narrativa mondiale abbia mai
partorito? Ma soprattutto, puoi svelarci la ricetta per scrivere un libro del
genere? »
Oh Cynthia Ellingsen, vorrei proprio averti fra le mani
per sentire cosa mi risponderesti, ma visto che non ci sei, dovrò provare a
immaginare la tua risposta alla mia intervista semiseria:
«Care lettrici di
Letture Romantiche, non è stato difficile, vi svelerò la mia ricetta: per
scrivere “Amori impossibili e fragole con panna” è bastato scegliere un titolo
assurdo (e di cui vergognarsi) che non c’entrasse assolutamente niente con la
trama, selezionare non una ma 3 protagoniste perché ormai fa taaaanto figo,
mescolarle una storia talmente scema che neppure in un romanzo rosa sarebbe
potuta stare in piedi, condire il tutto con un tradimento, una coppia di amici
gay e una presunta gravidanza, e infine servire freddo, in modo che ai lettori
possa piazzarsi ben bene sullo stomaco… facile no? »
Ok, lo avete capito. Il momento tanto atteso (ma anche
temuto) è arrivato: anche il 2013 è riuscito a regalarmi un libro brutto. Ma
dire brutto non è abbastanza, fidatevi. È sufficientemente brutto che spero di
dimenticarmelo nell’esatto momento in cui avrò terminato la recensione… e
siccome non mi ricordo più chi me lo ha regalato per Natale, non mi sento
nemmeno in colpa a stroncarlo di netto così.
Le avvisaglie c’erano e avrei dovuto coglierle fidandomi
del mio istinto, ma invece per almeno le prime 100 pagine (su 432, ndr) ho
addirittura pensato che il libro fosse CARINO. Errore!! Il segnale era lampante
(oltre al titolo, su cui mi sono già espressa e che mi ha causato innumerevoli
prese in giro da parte del mio amico Andrea), si trattava del nome scelto dall’autrice
per le 3 protagoniste. Non c’entrava assolutamente nulla con le loro
personalità!! Per quella stronza, sessista, anoressica, workaholic ed erotomane
ha scelto Cheryl, che ricorda una tenera, dolce e succosa ciliegina (cherry).
Per quella scialacquona, nullatenente e nullafacente bambolona bionda ha scelto
Jackie, un pugno nello stomaco per il ricordo dell’immensa Jackie Kennedy, evocata
da questo stesso nome. E infine per quella depressa, noiosa, paurosa e bigotta
ha scelto Doris, che forse è l’unico nome un po’ più azzeccato, ma che comunque
ti sta sulle palle per la qualità del personaggio in sè.
E anche una volta superata l’impasse dei nomi, è la
storia stessa a piazzartisi sullo stomaco, esattamente come la ricetta di poco
fa prometteva: fin-tis-si-ma!! Surreale, raffazzonata, senza capo né coda! Per
tutto il tempo (sprecato) in cui leggevo il libro mi sembrava di ricordare una
copia venuta male de “Il club delle prime mogli”, un celebre film che mi
dispiace persino citare come materia di confronto.
In più le protagoniste sono “vecchie”… non me ne
vogliate, ma sono delle 40enni e si comportano come delle 20enni, io sono in
grado di accettare libri con protagoniste 30enni, ma per le 40enni sulla soglia
della depressione con rigurgiti adolescenziali non sono affatto pronta! Non
fanno altro che litigare, passano una notte da leoni in uno strip club e decidono
il giorno dopo di aprire un ristorante per sole donne con camerieri in
perizoma, un’iniziativa che nella realtà non sarebbe arrivata al successo
nemmeno se a servire i piatti fosse stato Rocco Siffredi portandoli … diciamo
solo senza l’ausilio delle mani!
E poi si tengono segreti, si sparlano dietro, fanno una
pace frettolosa nelle ultime 5 pagine del libro (che c’è Cynthia, l’editor ti
pressava perché consegnassi e andassi in stampa??)… ma sono queste le storie di
amiche che vogliamo leggere???
The LR advice:
su quest’ultima domanda retorica chiudo la recensione non dando un consiglio a
voi lettrici, ma implicitamente all’autrice. Sulla copertina del libro c’è
scritto “Lo straordinario esordio di Cynthia Ellingsen”, ma mi sa che qui di
straordinario ci sarà solo l’esordio (letterale) che il libro farà dalla mia
libreria alla pattumiera… sorprendentemente rumoroso!!
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