Emozionante come un
succo alla pera.
Non è che non sia
buono, dolce o dissetante, semplicemente non ti lascia niente e quello che ti
resta in bocca è solo un piacevole retrogusto dolciastro.
Ma allora perché
sceglierlo? Così, solo perché sai che ti terrà compagnia senza essere troppo
invadente, che lo consumerai lentamente e mollemente nei lunghi pomeriggi
d’estate senza che ti sconvolga la vita… ma forse la verità è che lo scegli
proprio perché sai che non è di sconvolgimenti che hai bisogno.
Ecco, questo libro è
uguale al succo alla pera sopra citato: semplice semplice semplice, va giù bene
e si fa dimenticare in fretta. Ti ricordi solo che ti è piaciuto e non sai
perché. E allora cerchi di ricordare la trama, ma non ti riesce, hai solo
qualche appannato ricordo. E allora lo riprendi in mano e lo riscorri e ti
accorgi di quanto sia piatto, ma nel senso positivo del termine, pacato e
modesto come una di quelle persone che a una festa non ti cambiano la serata ma
che ti fa sempre piacere rivedere.
Nessun colpo di scena,
a parte all’inizio in cui la protagonista molla il fidanzato traditore perché
l’ha chiamata col nome dell’amante dopo soli due giorni di convivenza: e questa
è già un bel colpo di scena direte voi! Ma per il resto? Piacevole,
rassicurante, melodiosa calma piatta.
Lei lo lascia, lei si
deprime, lei va a letto col capo, lei si pente, lei si innamora del nuovo
collega free lance, lei gli confida i segreti di famiglia, lei si riappacifica
con la madre che non vedeva da 20 anni, lei aiuta la migliore amica a disfarsi
del fidanzato, lei si licenzia, lei assiste al litigio tra il nuovo innamorato
e l’ex, lei si mette con lui, loro vivranno felici e contenti.
Come vedete, di cose ne
succedono eccome! Ah, e ho tralasciato che la migliore amica si scopre lesbica
e incinta dell’ex fidanzato e che la protagonista scopre di avere una sorella
segreta in giro per il mondo.
Ma nonostante tutto
quello che succede, perché mi sembra che in questo libro non accada nulla? L’ho
capito alla fine: è per via del linguaggio scelto dall’autrice che in maniera
semplice e delicata preferisce evocare delle atmosfere piuttosto che raccontare
i fatti. E infatti quello che ti rimane non è tanto il senso della storia,
quanto il sapore un po’ retro dei grembiuli fatti a mano, dei dolci , dei
consigli di economia domestica del libro della nonna, del restauro dei mobili,
di “pizzi e merletti” e del profumo stile anni ’50 che pervade tutta la
lettura.
Forse era questa
l’intenzione della scrittrice, far vivere queste sensazioni come fossero odori
che salgono dalle pagine, ti inebriano e lasciano un ricordo felice. Perché il
bello di questo libro è proprio il ricordo, l’impalpabile sensazione che ti
lascia di sè.
Una nota negativa
(perché almeno una ci deve essere): ma quanto beve la protagonista??? Non c’è
un singolo capitolo in cui non si sbronzi! Ho imparato più rimedi post sbornia
grazie a questo libro che guardando The
Osbourne su MTV….
The LR advice: con questo caldo, magari proprio adesso che si va in vacanza, chi
rifiuterebbe mai un dolce succo di pera? Accompagnatelo al libro e… buona
lettura!
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