La colpa è tutta vostra!!! Perchè avete apprezzato e
commentato con entusiasmo la prima recensione di “Cinquanta sfumature di Grigio”. E io mi sono montata la testa e mi sono detta “Perché non replicare il
successo leggendo anche il secondo libro della saga e regalando alle mie
lettrici un’altra recensione di quelle toste?”. Quindi, come potete vedere, il
mio sacrificio è stato mosso dalle più alte finalità intrattenitive del mio
pubblico... (o forse è tutta vanità?) Scopriamo insieme se è stato immotivato…
“Cinquanta sfumature di Nero”
Cinquanta sfumature di Nero è stata una vera tortura: e
non lo dico perché voglia farvi sentire ulteriormente in colpa, ma perché
davvero non mi passava più. Ero recalcitrante di fronte all’esile trama che a
tratti sembrava addirittura scomparire sotto al cumulo orgiastico (è proprio il
caso di dirlo) di descrizioni degli amplessi dei due protagonisti. Per carità,
non mi aspetto che nessuna lettrice di questi libri voglia definirsi
un’educanda, ma vi assicuro che tutta questa serie di rapporti ripetuti e allucinanti
era incresciosa, e nauseante, e soffocante.
All’inizio volevo contarli, in media ce n’era uno ogni 3
pagine.
All’80esimo mi sono arresa.
Ero recalcitrante anche di fronte alla ripetizione
costante e morbosa delle formule “Non morderti il labbro”, “Mi prudono le
mani”, “Stai alzando gli occhi al cielo?”, “Sei così pronta!”, “Hai fame? Non
di cibo”……cioè vedete? Ve ne state rendendo conto? Le ho imparate a memoria!!!
E NON VOLEVO! E’ stato come un morbo che piano piano si è infilato nel mio
codice genetico attaccando le mie difese immunitarie e sottomettendomi a questo
formulario da peggior film soft porno anni ’80.
Nonostante il disgusto per la modalità narrativa, per lo
sciorinamento di pessimo gusto del denaro (in epoca di crisi, quella cretina
dell’autrice ha addirittura osato inventarsi che il protagonista guadagni
100.000$ al giorno), per la banalità e per tutte le altre amenità che ho già elencato,
mi sono fatta forza e sono andata avanti. Ma l’ho fatto con rabbia, la stessa
che trasuda da queste righe.
Se nel primo capitolo della saga ero riuscita ad
astrarmi, prendendo le distanze dalla vicenda e commentando con ironia il
libro, qui mi accorgo che la mia recensione è più che altro uno sfogo
frustrante e frustrato della fatica con cui sono arrivata alla fine.
E quando pensavo che tutto si sarebbe concluso lì e che
avrei potuto tranquillissimamente fare a meno del terzo libro, ecco che quella
bastarda, succhiasoldi, opportunista scrittrice del cacchio si è inventata le
pagine 580-594 in cui ha condensato l’UNICO spunto interessante della vicenda.
E poi il libro è finito.
“Cinquanta sfumature di Rosso”
L’epilogo era prevedibile. Meno di un’ora dopo aver
finito il 2 ero a comprare il 3, con anche un po’ di vergogna alla cassa. Mi
sentivo gli sguardi della gente addosso: “Va quella, che pervertita, si è già
letta gli altri 2 libri e ora si compra il terzo” “Ma come, non le è bastato?”
“Si vede che non capisce niente di libri!”
Quindi nascondendo il pacchetto nella borsa sono tornata
a casa piena di rimorso… tuffandomi nel libro per vedere come sarebbe
proseguita la vicenda.
E sono stata punita.
Prima, mi sono dovuta sorbire tutta la descrizione del viaggio
di nozze dei 2 protagonisti. Ah, come, non ve l’avevo detto? I 2 si sposano…
Noooo, davvero? Sì.
Si sposano, il sesso (thanks, God) diminuisce, fanno pure
un figlio. Ribadisco, come Twilight, ma senza vampiri.
Il terzo libro in pratica diventa come un apparecchio per
i denti, qualcosa che fa male, per cui tutti ti prendono in giro, e che
soprattutto ti toglie il sorriso. Ma ce l’hai, e non puoi farci niente.
Rispetto agli altri, qui e là l’autrice riprende piccoli
spunti di quello che dovrebbe essere il “mistero” alla base della storia, il
motivo per cui ostinatamente si va avanti con la lettura, che culmina con
l’episodio del rapimento in cui la nostra eroina (?) dà prova di coraggio.
Saranno si è no 10 pagine. Sommate alle 14 sopra citate del
libro precedente abbiamo fatto un racconto breve. Questo è un suggerimento per
l’autrice: potevi finirla qui.
Sono in vena di suggerimenti, quindi ne darò un altro non
richiesto, ma in fondo questo è il mio blog: ma tu ci hai voluto regalare
quella perla di rivisitazione dei primi capitoli del libro raccontati dagli
occhi di Christian e non di Ana perché pensavi di farci un regalo??? Ma ti
rendi conto che è stato l’unico spunto creativo della saga e che se avessi
costruito così, con doppio narratore, tutti e 3 i libri avresti raccolto un
consenso letterario e non solo di botteghino??
La smetto, è fiato sprecato.
The LR advice:
dopo questa recensione sono scorata, non me la sento di consigliarvi neppure di
NON leggere i libri! È come dopo una brutta litigata col fidanzato… ma per
favore, non parlatemi di sesso riparatore!!!