3 aprile 2015
"Che ci importa del mondo" di Selvaggia Lucarelli
Come altro poteva essere un libro di Selvaggia Lucarelli se non scoppiettante, intensissimo, frizzante, trascinante?
Come altro poteva lasciarti se non senza fiato come dopo una corsa, emozionata, stordita, stupita, sopraffatta, coinvolta?
Cos'altro poteva essere se non un'esperienza folle, un giro sulle montagne russe, un'iperbole, una maratona, una voglia incontenibile?
"Che ci importa del mondo" è tutto questo, ma anche di più.
Le parole non mi sgorgano fuori facilmente come a lei, non riesco a dipingere così bene quelle situazioni, la mia prosa non ha il suo ritmo, ma quello che mi sono ripromessa comunque dopo aver finito di leggere è stato di rendere onore tramite la mia recensione a questo libro camaleontico e imprevedibile!
A metà tra satira, scherzo, intensità, commozione, dramma, immedesimazione, cinismo e ingenuità, il libro ti porta davvero in un altro mondo. Ma non un mondo "diverso", una vera e propria realtà parallela. E' la tua città, Milano, è la tua tv, quella generalista, è quello che conosci, ma è come se tutto fosse impersonato da degli alter ego.
Vuoi dirmi che Viola non è Selvaggia, che la Speranza non è la D'Urso, che Orlando non è Leon, che Vasco non è Renzi/Grillo/Pisapia, che Ivana-Ilaria-Anna.... non sono Ivana-Ilaria-Anna...???
Quanto coraggio quello di una blogger, esporre la propria vita così tanto che poi sembra che gli altri ti conoscano, che abbiano il diritto di giudicarti, di dire cosa avresti dovuto fare, dire e perché. Quanto coraggio, non esibizionismo, sia chiaro.
Selvaggia Lucarelli è uno dei miei personaggi preferito nel mondo dello spettacolo (?), del giornalismo (?), dell'opinione (?)... non so bene in che mondo, ma so che qualunque cosa partorisca quella sua penna geniale è sempre eccellente.
Attenzione però, se non la conoscete, se non sapete come scrive, preparatevi a una doccia fredda. Il suo ritmo è frenetico, le parole si affastellano l'una sull'altra ed è quasi difficile seguirla, ti sembra sempre di essere rimasta un pezzo indietro e di dover tornare a leggere quello che diceva due righe fa. Questo succede con quegli scrittori che scelgono accuratamente ogni parola, in cui ogni sentenza non è messa a caso, in cui potresti stare ore a fare foto col cellulare per ricordare le frasi migliori: il problema è che poi quel cellulare non lo molleresti più perché sono tutte frasi migliori.
Una a dire il vero l'ho fotografata, volevo portarmi un piccolo souvenir nel blog. Volete sapere quale?
.....Non lo so più neanche io! L'ho cancellata.. ho pensato che un piccolo souvenir non sarebbe bastato a significare l'interezza del libro.
E così di questo viaggio cosa mi resta? Non ho il rullino pieno di fotografie, non ho nemmeno un piccolo souvenir, cosa rimane?
Solo quello che è davvero importante che rimanga: un bellissimo ricordo!
The LR advice: non avrebbe avuto senso raccontarvi la genialità delle battute del Gruppo Testuggine, la straziante agonia che ti assale dal capitolo 16 in poi, le avventure incessanti che si susseguono in queste 553 pagine, la gioia di scoprire che anche anche un'autrice così famosa ha avuto voglia, bisogno, carattere per scegliere un lieto (anzi, lietissimo) fine. No, niente avrebbe avuto senso per descrivere questo bellissimo libro.
In effetti sarebbero bastati 140 caratteri: come quelli del tweet che ho scritto a Selvaggia una volta finito di leggere l'ultima riga dell'ultima pagina: "@stanzaselvaggia il tuo libro #checiimportadelmondo è eccezionale! Grazie!"
E io, che Selvaggia Lucarelli una volta ho avuto il piacere di conoscerla davvero, spero proprio di aver rispettato l'obiettivo e di aver reso l'onore che merita il suo bellissimo libro.
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