29 novembre 2015
"Come inciampare nel principe azzurro" di Anna Premoli
Da Anna sai sempre cosa aspettarti e non ti delude praticamente mai!
Già l'incipit vi ha fatto capire che sono rimasta soddisfatta da questo libro? Bene, era proprio questo l'intento!
Anna Premoli ha ormai una sua firma che compare in tutti i suoi libri, un plot narrativo ricorrente in cui si è specializzata, quello dei rapporti tra due colleghi in ambito finanziario o legale che prima si odiano fermamente e poi si innamorano.
Voi direte: e che gusto c'è a leggere un libro che sai già come finisce? Ma è proprio questo il bello! Un finale telefonatissimo non ti farà preoccupare di cosa succederà, nel suo essere rassicurante ti permetterà di goderti molto di più i dettagli della relazione tra i protagonisti e le loro reciproche evoluzioni sentimentali.
Insomma, amate gli happy end ma non amate le sorprese? Questo libro è assolutamente perfetto per voi!
Considerate comunque che qualcosa di strano c'è, non tutto è scontato: sono almeno 3 gli aspetti che rendono questo libro particolare:
1. Prima di tutto il SETTING. Ehi, questa sì che è una novità: è ambientato in Corea!!! Pazzesco! Non avevo mai letto un libro di questo genere che non fosse ambientato a New York, Londra o auqlche altra metropoli del genere. Anche Seoul è una mega metropoli, però è un setting davvero inaspettato che mette un po' a disagio i protagonisti stessi e fa uscire il romanticismo cittadino dai binari della comfort zone. Bello, ora sono quasi curiosa di andare in Corea anche io!!
2. La PROTAGONISTA FEMMINILE. Questa è strana forte, un personaggio davvero particolare. Iniziamo col dire che è londinese ed è descritta come bionda, con occhi verdi e alta 1.80, ma... non so... sarà per il carattere che ha, per la simpatia sguaiata, la goffaggine, la pigrizia, la sagacia... vi assicuro che non ve la immaginerete stile Taylor Swift quanto invece come un'inglesotta un po' cicciotta, troppo alta, troppo appariscente, troppo... troppa! Questo la rende difficilmente inquadrabile nello stereotipo della bellissima che non sa di esserlo o in quello della bellissima ma scema o in quello della bellissima e basta. Una protagonista fuori dagli schemi.
Siccome in Corea pare che le donne siano tutte basse con i capelli neri lisci (o almeno nel libro le descrivono così), la nostra valchiria bionda inglese e formosa si distingue sempre, ma sei sempre lì a chiederti se nel suo spiccare stia incutendo ammirazione o facendo una figuraccia.
Maddison è davvero strana: svogliata a lavoro, pigra indefessa, la classica intelligente che non si applica, generalmente benvoluta da tutti, una party girl, ma anche timida e imparanoiatissima se si tratta di sessualità... un personaggio così distonico da quelli che si trovano di solito in questo genere di libri che è assolutamente impossibile immedesimarsi, ma nel complesso mi è piaciuta!
3. Il PROTAGONISTA MASCHILE. Ragazze, dimenticatevi Mr. Grey. Questo protagonista non è altrettanto bello, sexy e affascinante; ah, e non è nemmeno altrettanto ricco. Viene descritto come mezzo orientale, ma anche qui l'autrice l'ha reso non convenzionale: capelli lunghi (lunghi neri su un uomo??? OMG), sempre sempre sempre corrucciato, maniacalmente puntiglioso e decisamente troppo rigido. Sembra sempre sofferente, oltre che insofferente verso gli altri. Forse soffre perchè reprime ogni sorriso, ogni gioia e si trincera dietro una gelida facciata di sarcasmo.
Ecco, di sicuro non è quel tipo di uomo che vorremmo "sognare" mentre leggiamo libri come questi. Ma sapete quando diventa veramente interessante? Quando finalmente si lascia andare, quando dietro alla sua perfezione svela la passione, la padronanza della situazione si trasforma in padronanza fisica dell'intimità, il carattere volitivo in distillato di fascino e sensualità. E allora sì che un pensierino ce lo farete anche voi!
E così la storia va, senza neanche troppe oscillazioni narrative, ma anzi con un realismo disarmante: la storia di due persone che staranno malissimo insieme, che probabilmente non c'entrano niente l'uno con l'altra, che si sa già che non durerà, ma che nonostante questo non riescono a farne meno, così magneticamente e fisicamente attratte come sono...
Ho i brividi, è così maledettamente vero...
The LR Advice: da leggere volentierissimo e mentre lo leggete vedrete che avrete una voglia matta di raccontarlo agli amici (scatenando i soliti sguardi di commiserazione quando direte come si intitola il libro). Ma sarà un bisogno impellente, perchè la storia vi entrerà davvero dentro e dovrete scaricare quel "brivido" di poco fa su chi vi circonda. Mi raccomando, non dimenticate anche "Ti prego lasciati odiare" e "Finchè amore non ci separi"!!!
9 novembre 2015
"Ti prego perdonami! di Melissa Hill
"Ohi ohi" recentemente è diventata la mia interiezione più frequente. La uso quando sono stanca, quando sono preoccupata, quando sono senza parole. Più che un "qui si mette male" è un "e adesso che si fa?" e insieme alla triade "santa polenta", "santa peppa", "porca trota", "ohi ohi" si merita di sicuro un posto sul podio del frasario da damigella per bene inizio '900.
Sperando di avervi chiarito cosa voglia dire "ohi ohi", ho deciso che "Ti prego perdonami" se ne merita uno.
Lo spunto come sempre non era niente male, c'era l'amore, c'era il mistero, anzi ce ne erano più d'uno, ma le anime della storia non sono riuscite a ricondursi a unità.
Abbiamo il mistero del "cosa-diavolo-è-successo-in-Irlanda?", quello del "cosa-diavolo vogliono-dire-le-lettere?" e quello di "ma-da-dove-diavolo-spunta-questo-ex-marito?"
[come noterete, continua il frasario bon ton].
Per quanto gli spunti fossero interessanti, lo sviluppo era inconsistente. Era chiaro che alla base di ogni storia ci fosse il concetto del perdono negato da guadagnarsi in quanto unico modo per tornare felici, ma nessuna delle 3 aveva una vera ragion d'essere di questo perdono.
• Alex doveva perdonare Seth per un supposto tradimento, che poi si scopre non esserci stato, ma ciò non ha trattenuto Seth da starsene via per 1 anno chissà dove negando le carte per il divorzio. Quando si dice idee chiare.
• Greg doveva perdonare Leonie per avergli detto in faccia "Ehi bello, la tua ex ti ha tradito, tua figlia non è tua figlia, comprende??"
• Helena doveva perdonare Nathan per essere andato in Vietnam lasciandola a casa a fare corone di fiori da mettere nei loro cannoni. Una cosetta da niente.
Insomma, un po' dura costruire dei "perdoni" su questi episodi no? Andavano argomentati meglio, andava per lo meno costruito un pretesto più convincente.
Perdono a parte, l'altro grande tema del libro è quello della fuga. I personaggi sfuggono ai problemi e si danno alla macchia, sperando poi di essere perdonati anche per questo.
La fuga più interessante è quella di Leonie che dall'Irlanda se ne va a San Francisco!!! E che dovevi aspettare di litigare col moroso per traslocare in una delle città più belle del mondo?
Comunque, mentre lei si rifà una vita a San Fran, emergono a mo' di flashback i ricordi di Dublino, della storia con Greg, di quella pazza dell'ex moglie e della figlia viziata. Devo dire che questa parte è la meglio scritta del libro perché ha uno svolgimento, non è affrettata, è verosimile (fino a un certo punto) e coinvolgente. Anche il fatto che sia svelata poco a poco la rende più sfiziosa da scoprire pagina dopo pagina.
Il tema della fuga quindi vince 1 a 0 contro il tema del perdono.
Ma è una magra vittoria per un libro da cui mi aspettavo molto di più.
The LR advice: Melissa mi è sempre piaciuta, l'ho recensita più volte e volevo segnarvi qualche altro titolo a cui dedicarvi invece di questo. Ma rileggendo le recensioni mi sono accorta che è già da qualche tempo che non sono più soddisfatta dei suoi libri. Melissa che succede? Consiglio per lei: scrivi un altro libro e riprovaci! Consiglio per voi: lasciate perdere questo libro e provatene un altro!
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