24 maggio 2015
"Niente è come te" di Sara Rattaro
Questo sì che è stato un libro difficile. Talmente tanto che quasi non lo volevo recensire.
Ma a differenza degli altri libri della Rattaro, è stato molto meno intenso. O meglio, il libro era effettivamente intenso e impegnativo -come sempre- ma mentre lo leggevo l'argomento non è riuscito a fare per davvero breccia nel mio cuore.
Continua la saga dell'immedesimazione da parte di Sara, che attraverso le sue storie e le sue pagine dà voce a personaggi lontani da sé: stavolta tocca a un'altalena tra padre e figlia che raccontano con delicatezza del tutto inedita il lento processo di avvicinamento tra due mondi così distanti, non solo geograficamente.
Sarà perché sono ormai lontana dalle turbolenze dell'adolescenza o perché diffido di quei personaggi maschili tratteggiati in una maniera così femminilmente sensibile, ma non ho potuto fare a meno di sentire un certo distacco nel corso della lettura.
Questo distacco naturalmente si colma man mano che ripenso al libro e a tutti quei passaggi che Sara è riuscita davvero a descrivere con la leggerezza di un battito d'ali di farfalla, con eleganza e rispetto, come ha dimostrato di riuscire sempre a fare anche nelle sue prove precedenti.
Il ricordo del libro, infatti, è quasi più potente dell'emozione stessa provata leggendolo: ora che scrivo la recensione riaffiorano delicate le conversazioni tra Margherita ed Enrica, le lacrime sommesse di Francesco fuori dalla porta della figlia, gli attimi di gioia a fronte di un sorriso o uno sguardo, l'avvicinamento tra padre e figlia che diventava man mano elettivo ed esclusivo in modo dolce amaro.
Eh sì Sara, sei veramente una scrittrice capace, una sperimentatrice coraggiosa: ormai è il terzo (o quarto?) libro che leggo di questa autrice e non ha mai voluto adagiarsi sugli allori di qualcosa di consueto, ha saputo evolversi di volta in volta mantenendo l'intensità come proprio tratto caratteristico.
Stavolta si è sperimentata in una storia che ho sentito anni luce lontana da me, ma che non per questo non ho apprezzato: grazie a un altro dei suoi tratti caratteristici, la brevità, il racconto di Margherita e Francesco vola veloce e quasi non ci si sofferma sui dettagli. Ripeto, è il ricordo a rendere quei dettagli taglienti schiaffi in faccia. E così, dopo questi minuti di scrittura, riabilito il libro e anche stavolta vorrei porgere i complimenti all'autrice.
Come mai questa storia vera ti ha appassionata Sara? Perché io invece non sono riuscita ad amarla fino in fondo mentre la scoprivo? Forse proprio il fatto che fosse così vera ha allontanato me e la mia predilezione per le storie di pura fantasia? Una scelta esigente e forse anche un po' egoista quella di obbligare i tuoi fedeli lettori a seguirti tra le anse di una storia a metà tra abisso (come quelli che solo tu sai evocare) e "Chi l'ha visto?", la china verso TG3 edizione regionale era scivolosissima e spesso ho dubitato che il tuo racconto potesse farcela a non cadere.
Ma come dicevo poco fa, non si rimane mai delusi con te, anche con questa storia così diversa e che proprio non mi appartiene.
The LR advice: non è questo il libro con cui vi direi di iniziare il vostro percorso di scoperta di Sara Rattaro, "Un uso qualunque di te" o "Non volare via" rendono meglio il misto di sensazioni dirompenti che è in grado di evocare. Ma se ormai la conoscete, fate un giro anche in questo capitolo e fatevi condurre come ho fatto io alla ricerca di quell'intensità che forse stavolta si riesce a cogliere potente solo a scoppio ritardato.
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