23 ottobre 2013

“Shopping da Prada e appuntamento da Tiffany” di Karen Swan

E con questo siamo a 3 libri della grande Karen Swan, tutti letti, sviscerati e visceralmente amati e naturalmente… recensiti nel blog!

[Piccolo excursus: per chi non se lo ricordasse i 2 libri precedenti sono: “Un diamante da Tiffany” e “Un regalo perfetto”, 2 tomi che hanno fatto balzare Karen al primo posto della mia personalissima classifica di autrici preferite, scalzando Melissa Hill.]

Ranking a parte, con i primi 2 libri ho imparato ad apprezzare soprattutto le trame che questa scrittrice è in grado di costruire, perciò quando è uscito quest’ultimo mi sono fidata sulla parola senza prendere in considerazione il titolo perché ormai  lo sapete (e non c’è quasi neanche più bisogno di ribadirlo) sti titoli sono fatti “ad cazzum” e non c’entrano minimamente con la storia del libro!!

E ora che l’ho letto, sono qui, davanti a un foglio bianco, mortalmente indecisa su come recensirlo! Ma come?? -direte voi- dopo quel popò di preambolo sul fatto che è la tua autrice preferita ci saremmo aspettati una recensione positiva e senza sorprese!!
E invece no! Sono combattuta su a quale voce dare ascolto, se a quella che mi ricorda che il libro mi ha appassionata e tenuta col fiato sospeso per giorni facendomi alzare prima al mattino per leggere, arrivare in ritardo a lavoro per leggere, andare più tardi a dormire per leggere; o se a quella che è rimasta delusa da come frettolosamente e confusionariamente sono stati “risolti” i misteri della trama e di quanto farraginosa è stata la parte finale del libro.

Questa indecisione già rivela il primo punto che volevo affrontare, ovvero che il libro sembra avere 2 anime: un’anima curata, in cui ogni dettaglio della storia sembra sia stato cesellato finemente per costruire uno svolgimento più che avvincente; e un’anima finale sbrigativa e raffazzonata che in soli 2 capitoli ha sgretolato il fine lavoro delle 400 pagine precedenti!
In sostanza non è pensabile che lo svelamento dei misteri, la chiave di volta del racconto si sviluppi in 1 scena, 1 capitolo, 1 manciata di pagine talmente rocambolesche che si fa fatica a connettere tutti i tasselli, a ricordare i dettagli e persino i nomi dei 100.000 personaggi citati! Ma chi era George?? E perché Lily ha avuto un ruolo marginale se era lei la protagonista del dramma principale? Perché a Monty è stato taciuto di avere un figlio? Cosa c’entrava che fosse il fratello di Amelia quello che era morto cadendo dal tetto di Eton? Perché Emily si è fatta sedurre da Harry se il suo unico scopo era la vendetta?
Capito che io non posso leggere un romanzo leggero con la stessa attenzione con cui leggo il Corriere! Perciò lo svelamento deve essere progressivo, devi condurlo sto lettore attraverso il processo di deduzione e poi semmai sorprenderlo con un colpo di scena finale… ma così è chiedergli troppo!
No no no, non va, troppo sbrigativa questa scena da “Tenente Colombo” che riunisce tutti i protagonisti in una stanza e svela che l’assassino è stato il maggiordomo col candelabro! Non ci siamo…

Da tutte queste riflessioni avrete capito che il secondo punto di cui volevo parlare è che questo libro, più che un romanzo romantico o d’amore, ambisce ad essere un giallo. Niente di male, anzi, ma Karen aveva già dimostrato nel libro precedente di avere qualche problemuccio col far fittare tutti i pezzi di un mistero (chi ne vuol sapere di più riveda qui la mia recensione e il dibattito di commenti che ne è scaturito). Karen, sei bravissima, dipingi storie e sentimenti così realistici che sei capace di far provare davvero un senso di partecipazione al lettore, ma coi gialli, figlia mia, vacci piano!! Sii più cauta: meno intrighi, uno o due episodi misteriosi possono bastare, non devi fare Dan Brown se non ti riesce… fai quello che sai fare meglio!!

Ed eccoci qui al terzo punto di cui volevo parlare: questo incitamento che idealmente rivolgo a Karen è davvero frutto di genuina convinzione. Karen Swan è bravissima a prenderti al lazo e trascinarti nella storia, ipnotizzarti con personaggi complessi, poliedrici, ma in fondo comprensibili, insinuare nella tua mente il desiderio costante di continuare a leggere. E questa volta l’ha fatto aggiungendo un ingrediente in più alla sua ricetta: la passione! Passione intesa come sesso, intesa come volgarità, intesa come morte, intesa come malignità, intesa come violenza, intesa come vizio, intesa come sconvolgimento.
Brava Karen, qui sì che hai osato e sei stata ripagata, è questo il terreno su cui devi viaggiare!


The LR advice: allora, il libro VA LETTO, no way, non esiste dire il contrario. Purtroppo va letto con più attenzione e minori aspettative sul finale di quanto preventivato, ma vale davvero la pena. Le 3 protagoniste, di cui nella recensione non ho parlato, vi sapranno davvero catturare. Dategli la chance che merita.
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