E con questo siamo a 3
libri della grande Karen Swan, tutti letti, sviscerati e visceralmente amati e
naturalmente… recensiti nel blog!
[Piccolo excursus: per
chi non se lo ricordasse i 2 libri precedenti sono: “Un diamante da Tiffany” e
“Un regalo perfetto”, 2 tomi che hanno fatto balzare Karen al primo posto della
mia personalissima classifica di autrici preferite, scalzando Melissa Hill.]
Ranking a parte, con i
primi 2 libri ho imparato ad apprezzare soprattutto le trame che questa
scrittrice è in grado di costruire, perciò quando è uscito quest’ultimo mi sono
fidata sulla parola senza prendere in considerazione il titolo perché ormai lo sapete (e non c’è quasi neanche più bisogno
di ribadirlo) sti titoli sono fatti “ad cazzum” e non c’entrano minimamente con
la storia del libro!!
E ora che l’ho letto,
sono qui, davanti a un foglio bianco, mortalmente indecisa su come recensirlo!
Ma come?? -direte voi- dopo quel popò di preambolo sul fatto che è la tua
autrice preferita ci saremmo aspettati una recensione positiva e senza
sorprese!!
E invece no! Sono
combattuta su a quale voce dare ascolto, se a quella che mi ricorda che il libro
mi ha appassionata e tenuta col fiato sospeso per giorni facendomi alzare prima
al mattino per leggere, arrivare in ritardo a lavoro per leggere, andare più
tardi a dormire per leggere; o se a quella che è rimasta delusa da come
frettolosamente e confusionariamente sono stati “risolti” i misteri della trama
e di quanto farraginosa è stata la parte finale del libro.
Questa indecisione già
rivela il primo punto che volevo affrontare, ovvero che il libro sembra avere 2
anime: un’anima curata, in cui ogni dettaglio della storia sembra sia stato
cesellato finemente per costruire uno svolgimento più che avvincente; e
un’anima finale sbrigativa e raffazzonata che in soli 2 capitoli ha sgretolato
il fine lavoro delle 400 pagine precedenti!
In sostanza non è pensabile
che lo svelamento dei misteri, la chiave di volta del racconto si sviluppi in 1
scena, 1 capitolo, 1 manciata di pagine talmente rocambolesche che si fa fatica
a connettere tutti i tasselli, a ricordare i dettagli e persino i nomi dei
100.000 personaggi citati! Ma chi era George?? E perché Lily ha avuto un ruolo
marginale se era lei la protagonista del dramma principale? Perché a Monty è
stato taciuto di avere un figlio? Cosa c’entrava che fosse il fratello di
Amelia quello che era morto cadendo dal tetto di Eton? Perché Emily si è fatta
sedurre da Harry se il suo unico scopo era la vendetta?
Capito che io non posso
leggere un romanzo leggero con la stessa attenzione con cui leggo il Corriere!
Perciò lo svelamento deve essere progressivo, devi condurlo sto lettore
attraverso il processo di deduzione e poi semmai sorprenderlo con un colpo di
scena finale… ma così è chiedergli troppo!
No no no, non va,
troppo sbrigativa questa scena da “Tenente Colombo” che riunisce tutti i
protagonisti in una stanza e svela che l’assassino è stato il maggiordomo col
candelabro! Non ci siamo…
Da tutte queste
riflessioni avrete capito che il secondo punto di cui volevo parlare è che
questo libro, più che un romanzo romantico o d’amore, ambisce ad essere un
giallo. Niente di male, anzi, ma Karen aveva già dimostrato nel libro
precedente di avere qualche problemuccio col far fittare tutti i pezzi di un
mistero (chi ne vuol sapere di più riveda qui la mia recensione e il dibattito
di commenti che ne è scaturito). Karen, sei bravissima, dipingi storie e
sentimenti così realistici che sei capace di far provare davvero un senso di
partecipazione al lettore, ma coi gialli, figlia mia, vacci piano!! Sii più
cauta: meno intrighi, uno o due episodi misteriosi possono bastare, non devi
fare Dan Brown se non ti riesce… fai quello che sai fare meglio!!
Ed eccoci qui al terzo
punto di cui volevo parlare: questo incitamento che idealmente rivolgo a Karen è
davvero frutto di genuina convinzione. Karen Swan è bravissima a prenderti al
lazo e trascinarti nella storia, ipnotizzarti con personaggi complessi,
poliedrici, ma in fondo comprensibili, insinuare nella tua mente il desiderio
costante di continuare a leggere. E questa volta l’ha fatto aggiungendo un
ingrediente in più alla sua ricetta: la passione! Passione intesa come sesso,
intesa come volgarità, intesa come morte, intesa come malignità, intesa come
violenza, intesa come vizio, intesa come sconvolgimento.
Brava Karen, qui sì che
hai osato e sei stata ripagata, è questo il terreno su cui devi viaggiare!
The LR advice: allora, il libro VA LETTO, no way, non esiste dire il contrario.
Purtroppo va letto con più attenzione e minori aspettative sul finale di quanto
preventivato, ma vale davvero la pena. Le 3 protagoniste, di cui nella
recensione non ho parlato, vi sapranno davvero catturare. Dategli la chance che
merita.